giovedì 21 febbraio 2013

Rebecca e The Rebecca Notebook - Daphne du Maurier



Titolo: Rebecca

Autrice: Daphne du Maurier

Casa editrice: Avon Books

Pagine: 380

Prezzo: 5.42 euro


(Edizione italiana: 'Rebecca la prima moglie', ed. il Saggiatore, traduzione di Marina Morpurgo, 383 pagine, 10 euro)



Last night I dreamt I went to Manderley again. La notte scorsa ho sognato che ritornavo a Manderley.

Così si apre Rebecca, il celebre romanzo di Daphne du Maurier, reso ancora più famoso dalla trasposizione filmica diretta da Alfred Hitchcock. Questa semplice frase introduce due elementi fondamentali del libro: il ritorno e Manderley, la casa di famiglia del marito della protagonista. Inoltre, quel 'ho sognato', anzi che 'ho pensato' o 'ho immaginato', suggerisce subito al lettore un'atmosfera irreale. La voce narrante è quella della seconda moglie di Maxim de Winter, una ragazza un po' scialba della quale non sapremo mai il nome. Orfana, si mantiene facendo la dama di compagnia di una signora americana ricca e volgare. È rassegnata al proprio destino di creatura insignificante, ma un giorno, nell'hotel di Monte Carlo dove la signora sta trascorrendo le vacanze, arriva Maxim: 'È … il proprietario di Manderley' le spiega la vecchia pettegola, 'Ne avrete sentito parlare, naturalmente. Ha un'aria sofferente, non trovate? Dicono che non riesca a riprendersi dalla morte della moglie...' La prima moglie è appunto Rebecca, morta in un incidente in barca alcuni mesi prima. Rebecca è l'opposto della protagonista: era bella, sofisticata, vivace, di compagnia. Tutti la adoravano e il marito era pazzo di lei. Desta quindi parecchio stupore la proposta di sposarlo che Maxim fa alla ragazza dopo poche settimane di frequentazione. Le sta anche offrendo una vita migliore: anzi che essere relegata ad un ruolo marginale, sarebbe la padrona di una splendida villa, comanderebbe i domestici e non dovrebbe preoccuparsi di lavorare. Il matrimonio viene celebrato rapidamente e la coppia va a Manderley: 'Il viale [d'accesso] era tutto curve, come un serpente, in certi punti era poco più largo di un sentiero e sopra le nostre teste c'era un colonnato di alberi, i cui rami si intrecciavano formando un passaggio, simile alla volta di una chiesa. … Era tutto così silenzioso, così immobile'. Max è felice di tornare a casa, anche se non parla mai della moglie defunta. La nuova signora di Manderley, però, non si trova molto bene: si smarrisce nei corridoi, non ha idea di come funzioni l'economia domestica e non è in grado di stabilire un buon rapporto con la servitù, che adorava Rebecca. In particolare, la governante, Miss Danvers, aveva un'ammirazione fanatica per lei e fa di tutto per mettere in difficoltà la protagonista e farle capire quanto la ritiene inferiore. Facciamo un passo indietro e torniamo alle parole con cui il romanzo inizia: 'La notte scorsa ho sognato che ritornavo a Manderley'. I primi due capitoli, infatti, costituiscono più un epilogo che un prologo e fanno capire che la coppia ora vive all'estero, pur desiderando un ritorno - chiaramente impossibile - in patria. Perché conducono una vita da esiliati? Cosa è accaduto?

Rebecca è l'analisi impietosa della relazione fra un uomo e una donna e il racconto delle maschere che molti di noi usano, o hanno usato, nella vita. È un buon libro perché si può leggere secondo vari livelli: come una storia d'amore, come un thriller, come un romanzo gotico moderno. Parla d'amore, di morte, di devianze, delle differenze sociali e di molto altro ancora.
 
 

                                                                  
                                                          Daphne du Maurier da giovane


Titolo: TheRebecca Notebook and Other Memories

Autrice: Daphne du Maurier

Casa editrice: Virago

Pagine: 192

Prezzo: 8 euro

Se siete rimasti affascinati da Rebecca, vi suggerisco di leggere anche The Rebecca Notebook, il taccuino in cui Daphne du Maurier aveva annotato i propri appunti per la stesura del romanzo. Sembra di sbirciare da sopra la spalla dell'autrice ed è un'ottima occasione per capire meglio come funziona il processo creativo. C'è anche un capitolo intitolato Epilogue, che sarà poi trasformato nei capitoli iniziali, che presenta alcuni elementi differenti da quelli scelti effettivamente dalla du Maurier. Inoltre potete trovare alcune pagine in cui la scrittrice racconta come, da ragazza, scoprì per caso una villa in Cornovaglia e se ne innamorò follemente. La casa apparteneva a una famiglia che abitava altrove e la giovane Daphne durante le vacanze andava spesso a esplorare il parco (prima entrando di soppiatto, poi scrisse ai proprietari per avere il permesso). Molti anni dopo, ormai sposata e madre di famiglia, riuscirà a prenderla in affitto e Menabilly - questo il nome della dimora - sarà fonte di ispirazione per creare Manderley.

Una curiosità: poco dopo la pubblicazione di Rebecca, la du Maurier fu accusata di plagio da una certa Elizabeth von Arnim, che aveva scritto un romanzo intitolato Vera. La du Maurier si difese in tribunale e il taccuino fu portato come prova del fatto che non conosceva il libro della von Arnim (infatti fu assolta).
 

                                                                         Cornovaglia
 

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